L'integrazione non è un processo che prevede l'adattamento di una parte al tutto, ma un graduale percorso in cui ciascuno può conoscere e usufruire consapevolmente del tutto per rispondere ai propri bisogni e per migliorare il proprio livello di relazione con la realtà circostante.
“Sperimentare una piena e significativa partecipazione alla vita scolastica” e
“Raggiungere il migliore sviluppo possibile delle competenze individuali”: QUESTO È IL SENSO DELL’INCLUSIONE, questi i due alti obiettivi che l’Integrazione si pone per gli alunni diversamente abili, per gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
E la sfida si fa ancora più ambiziosa, se estendiamo questo traguardo a tutti gli alunni e alle alunne, indipendentemente dalla loro abilità, dalla loro provenienza, dalle differenze individuali che portano con sé.
Favorire la cultura dell’integrazione e dell’inclusione è obiettivo prioritario e permanente della nostra comunità scolastica.
Gli schemi che seguono illustrano le attività specifiche rivolte: AGLI ALUNNI DISABILI, AGLI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO e AGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
ATTIVITÀ SPECIFICHE RIVOLTE AGLI ALUNNI CON D.S.A.
“Un credito di fiducia al bambino che apprende”.è un progetto guidato dal prof Stella docente della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Reggio e Modena e referente scientifico dell’Associazione Italiana Dislessia (AID), volto a riconoscere tempestivamente i D.S.A., per evitare agli alunni percorsi scolastici faticosi e umilianti, laddove le loro difficoltà non vengano riconosciute tempestivamente e prese in carico dalla scuola con l’adozione di adeguate misure.
Fasi del progetto: Scuole dell’Infanzia: incontri di formazione sullo sviluppo del linguaggio nei bambini, sui segnali di allarme ai quali gli insegnanti devono fare attenzione e sulle attività metafonologiche da attuare con i bambini.
Scuola Primaria: incontri di formazione per gli insegnanti di italiano e di matematica per la conoscenza dei processi che sottendono gli apprendimenti dei bambini;
Somministrazione di due screening (non diagnostici): di italiano a gennaio e a maggio, per il riconoscimento e la presa in carico delle difficoltà dei bambini, attraverso attività mirate e adeguate ai bisogni nelle classi prime;
Somministrazione di uno screening (non diagnostico) di italiano nella classe seconda;
Partecipazione degli insegnanti coinvolti a sportelli di consulenza con personale specialistico per l’analisi delle difficoltà di letto scrittura
Dall’anno scolastico 2014-2015 nel progetto è stata anche inserita la Scuola Secondaria di primo grado con incontri su l’aspetto psicologico e su tematiche più “pratiche” nella gestione della didattica con alunni D.S.A: comprensione del testo, il metodo di studio e i processi di apprendimento.
Lo scopo del progetto è quello di rendere gli insegnanti più competenti nel metodo di apprendimento non più solo della letto-scrittura, in modo da proporre un approccio che tenga conto delle difficoltà che possono manifestare i bambini, per non rendere più difficile per loro questa fase dell’apprendimento, per essere in grado di riconoscere tempestivamente i segnali di difficoltà ed inviare all’attenzione di personale specializzato (non prima della fine della seconda Primaria) che possa fare una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento.
Per gli alunni con Disturbi specifici di apprendimento (D.S.A.), in conformità alla legge 170/2010 e alle Linee Guida sui D.S.A. 12/2011, le scuole del nostro Istituto hanno redatto un Piano Didattico Personalizzato che gli insegnanti devono compilare per ogni bambino con diagnosi di questo disturbo e presentare alle famiglie.
Piano Didattico Personalizzato Una volta avuta la diagnosi gli insegnanti devono compilare il PDP. In questo documento vengono specificati gli adeguamenti, nelle strategie non nei contenuti, per il raggiungimento degli obiettivi indicati nella programmazione didattica, come: l’utilizzo delle mappe concettuali, l’approccio al componimento testuale e al metodo di studio, utilizzo di programmi che possono facilitare lo studio e il lavoro scolastico e renderlo più efficace e proficuo.
Gli insegnanti devono specificare e condividere con la famiglia quali sono gli strumenti compensativi e dispensativi che si intendono adottare nel lavoro con il bambino e quali metodologie e strategie didattiche si intendono mettere in atto.
ATTIVITÀ SPECIFICHE RIVOLTE AGLI ALUNNI CON
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si fonda su una visione globale della persona che fa riferimento al modello della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health - ICF) come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).
La nostra istituzione scolastica è chiamata a leggere e rispondere in modo adeguato e articolato ad una pluralità di studenti che manifestano Bisogni Educativi Speciali con difficoltà di apprendimento, di sviluppo di abilità e competenze, nonché con disturbi del comportamento stabili o transitori.
I percorsi individualizzati e personalizzati rientreranno nella didattica comune e quindi i processi di integrazione e di inclusione si fonderanno all’interno delle scelte metodologiche e didattiche del processo di apprendimento/insegnamento per tutti gli studenti.
Nella nostra scuola l’attenzione agli studenti sarà catalizzata dalla capacità dei docenti di osservare e cogliere i segnali di disagio e dalla consapevolezza delle famiglie di trovare nella scuola un alleato competente per affrontare un percorso positivo per i loro figli. In questo senso tale approccio integrato, consentirà di assumere un’ottica culturale di lettura dei bisogni nella quale i fattori ambientali assumono una correlazione con lo stato di salute dell’alunno. In questo modo la disabilità non riguarderà più il singolo, bensì tutta la comunità e le istituzioni; allo stesso modo si considererà che ogni persona nel corso della propria vita può essere portatrice di bisogni temporanei o stabili che necessitano di un modello flessibile, integrato e soggetto a modifiche in corso d’opera.
Per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.), in riferimento alla direttiva del 27 Dicembre 2012 e alla Circolare Ministeriale n. 8 del 6 Marzo 2013 e Circ. Min. n° 2563 22.11.2013, le scuole del nostro Istituto si sono attivate per creare un GRUPPO DI LAVORO in grado di operare non solo su un’attenta riflessione ed analisi degli aspetti culturali e dei principi che stanno alla base delle nuove indicazioni sui BES, ma anche per creare strumenti operativi funzionali.
Il gruppo di lavoro ha prodotto un protocollo completo che include sia le scelte dell’Istituto in materia di BES. che gli strumenti operativi necessari: griglie di osservazione P.D.P.
SCHEMA RIASSUNTIVO DELLE PROPOSTE PER GLI ALUNNI
CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI